Pensiero Montorese
In questo periodo
prenatalizio nel nostro comune vi è
un fiorire di
attività sociali, culturali e ricreative che mettono in risalto il senso dello
stare insieme e del sentirsi comunità.
Queste
manifestazioni sono il frutto dell’impegno di tante
persone che vivono appieno la gioia e la condivisione delle loro associazioni
di appartenenza e quindi il ringraziamento profondo va soprattutto a loro che
con tanti sacrifici organizzano tali attività.
Manifestazioni che
spaziano dal teatro alla cultura, da momenti ludico ricreativi alla riscoperta
delle bellezze del nostro territorio, elemento non di secondo piano è certamente il fatto che molte iniziative hanno come filo conduttore
anche la solidarietà.
Un piccolo appunto,
se mi è consentito, è
rivolto all’amministrazione che potrebbe, così
come tentato con le
manifestazioni estive, farsi promotrice di un coordinamento e un maggior
coinvolgimento in tutto questo fiorire di partecipazioni associative.
La crisi economica
che ha colpito il tessuto produttivo sta coinvolgendo anche l’aspetto sociale e delle relazioni, minando la fiducia, sia dei
rapporti interpersonali che sociali, facendo prevalere un senso di sconforto e
di distacco, non solo dalla politica ma anche dalla partecipazione attiva dei
cittadini.
Nel nostro comune,
però, stiamo vivendo un periodo fecondo, caratterizzato da un fermento associativo, accompagnato da una
maggiore voglia di partecipazione dei cittadini che si evince dalle continue
discussioni e proposte che emergono anche dai social media. Questo elemento
deve essere colto con animo positivo dalle forze politiche del nostro
territorio, sia di maggioranza che di opposizione, cercando di invogliare
sempre di più la partecipazione
attiva alle scelte che interessano la nostra comunità, con fatti concreti e non solo con parole di facciata.
In politica, a
volte, una vittoria può
riuscire fatale
come la più disastrosa delle
sconfitte. Non foss'altro perché
le molle vitali,
che fino a un momento prima erano tese dalla necessità della sfida elettorale, si allentano d'improvviso e ognuno sente
diminuirsi dentro, come se col nemico politico avesse perso (almeno un po')
anche la propria ragione di esistere.
Per questo ritengo
che le scelte fondamentali debbono essere quanto più condivise, altrimenti si perde sempre di più la fiducia dei cittadini, aumentando quanti restano delusi dalla
politica. Viviamo in Paesi dove l'alternanza in politica è la regola, dove non si ragiona tanto dì
povertà assoluta ma di povertà
relativa, dove non
mancano le possibilità
di scelta.
Per questo
l'augurio è che diventiamo una
comunità più coesa, perché solo riacquistando un maggiore
senso di fiducia nelle potenzialità
del nostro
territorio possiamo vincere la sfida che la crisi economica ha determinato.
Una certezza è che oggi c'è
più eguaglianza di ieri. E che noi, nonostante tutto quello che ci sta
capitando, siamo più
eguali di quanto
non lo fossero i nostri nonni. Oggi c'è
una maggiore
sensibilità verso questi
aspetti, perché quanto più un male declina tanto più
quello che resta di
esso ferisce la nostra sensibilità. Non è che ieri dominasse l'eguaglianza; è
che l'ineguaglianza
non suscitava scandalo.
Tocqueville, lo
aveva capito benissimo: «il male sopportato
pazientemente come inevitabile –
scriveva – diviene intollerabile, non appena concepiamo l'idea di liberarcene». Proprio perché
abbiamo cominciato
a "liberarcene", proprio per questo denunciamo il male residuo con
maggiore consapevolezza.
L'augurio è che Montoro possa riuscire in questo sfida.
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